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Decreto Superbonus, via libera dalla Camera. Il governo tutela i cittadini meno abbienti

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Schifone: «Nulla vieta nuove misure se la congiuntura economica migliorerà»

Passa alla Camera dei deputati il decreto Superbonus, come stabilito dal governo, senza modifiche e senza riallargare le maglie della maxi-agevolazione che ha messo in seria difficoltà l’Esecutivo a causa dell’oneroso investimento finanziario che ha colpito pesantemente i bilanci dello Stato. Non ci saranno proroghe e nemmeno Sal (stato avanzamento lavori) straordinari. Adesso il decreto «Superbonus» passerà all’esame del Senato per il via libera definitivo.

Negli ultimi giorni però, la discussione si era riaccesa con diversi partiti dell’opposizione che avevano chiesto modifiche al testo. Alcune richieste, in verità, erano sembrate più finalizzate al piazzamento di «bandierine» strategiche, in vista delle prossime elezioni europee, che reali volontà di aiutare le fasce più deboli. «Purtroppo le difficoltà del momento, particolarmente complicato per le varie guerre e tensioni economiche non possono non essere considerate» afferma Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.

L’unica strada percorribile, al momento, è quella di una spesa oculata e che non preveda sperpero di denaro pubblico. «Questo non vuol dire che il governo, in caso di miglioramento dei conti e della congiuntura economica, non possa pensare, in futuro, a nuove forme di aiuto. Incentivi, però, che non aiutino solo i più ricchi, con la ristrutturazione gratis di villette, seconde e terze case, così come fatto dal Superbonus targato Conte» sottolinea Schifone.

La tutela delle fasce deboli

Il governo Meloni ha scelto comunque di tutelare i più deboli salvaguardando anche i conti dello Stato. Per i cittadini meno abbienti e consentire la conclusione dei cantieri al 110% che abbiano raggiunto uno stato di avanzamento dei lavori non inferiore al 60 per cento al 31 dicembre 2023, è previsto uno specifico contributo, riservato ai percettori di redditi inferiori a 15.000 euro, in relazione alle spese sostenute dal primo gennaio 2024 al 31 ottobre 2024. Il contributo sarà erogato dall’Agenzia delle entrate, secondo criteri e modalità stabiliti da un decreto del Mef.

Le altre misure del decreto Superbonus:

I lavori certificati entro il 2023

L’agevolazione al 110% rimane solo per chi ha optato per sconto in fattura o cessione del credito sui lavori certificati entro dicembre 2023. Per tutti gli altri lavori dal primo gennaio la detrazione passa al 70%.

Sismabonus

Si esclude la cessione del credito nel caso di interventi di demolizione e ricostruzione in zone sismiche per i quali non sia stato richiesto il titolo abilitativo alla data di entrata in vigore del decreto legge. Vengono inserite verifiche più puntali per limitare l’agevolazione soltanto agli edifici effettivamente danneggiati da eventi sismici.

Barriere architettoniche

Per arginare fenomeni fraudolenti, si limitano gli interventi sottoposti all’agevolazione chiarendo a quali si fa riferimento. È necessaria un’apposita asseverazione per il rispetto dei requisiti, a garanzia che i lavori vengano effettivamente realizzati per abbattere le barriere architettoniche. Dal primo gennaio 2024 la cessione del credito è consentita per le parti comuni dei condomini con uso abitativo e alle persone fisiche con redditi inferiori a 15mila euro. Il limite del reddito non si applica alle persone con disabilità mantenendone quindi la tutela.

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