Le modifiche del governo spingono il bonus verso i piccoli proprietari immobiliari più deboli
Anche a giugno la corsa del superbonus continua. A certificarlo gli ultimi dati dell’Enea, aggiornati al 30 giugno, secondo cui sfiora gli 80 miliardi euro l’importo degli investimenti ammessi a detrazione (79,9 miliardi), per un totale di 417.187 edifici. Il totale degli investimenti, secondo l’Agenzia, ammonta a 81,3 miliardi di euro, mentre il totale degli investimenti per lavori conclusi ammessi a detrazione è pari a 65,1 miliardi (81,4% lavori realizzati). Le detrazioni maturate per i lavori conclusi sono arrivate a 71,2 miliardi.
Le ultime correzioni del governo Meloni, poste in essere tra fine 2022 e 2023, volte a favorire le fasce deboli sembrano quindi andare nella direzione giusta nonostante diverse sirene avessero paventato il pericolo di uno spegnimento della detrazione fiscale. Negli ultimi sei mesi, secondo Enea, lo sconto fiscale ha prodotto investimenti per 17,5 miliardi, poco distante dal dato del 2022 che aveva fatto segnare 19 miliardi.
La ripartizioni degli investimenti del superbonus
A testimoniare la riuscita del cambio di direzione voluto dal governo è che i condomini sono diventati la componente dominante con circa 13,3 miliardi di euro. Questa voce, riferisce un articolo di Giuseppe Latour per «il Sole 24 ore», è addirittura cresciuta rispetto l’anno precedente. I condomini, infatti, nel 2022 valevano 9,5 miliardi di investimenti. Calano le altre componenti. Gli immobili unifamiliari segnano il passo e registrano 3 miliardi di euro nell’ultimo semestre contro i quasi 6,6 dello stesso periodo dell’anno precedente.
Le unità indipendenti si fermano a 1,1 miliardi contro i 2,9 nel 2022. A generare questa situazione i paletti voluti dall’Esecutivo romano come il quoziente familiare con soglia di reddito a 15mila euro all’anno. Nonostante tutto, a questo ritmo, i soli investimenti sui condomini basterebbero per portare il conto a oltre 30 miliardi in 12 mesi facendo sentire anche per il 2023 il proprio peso sui bilanci pubblici. Dal 2024, secondo le volontà di Palazzo Chigi, la misura passerà dal 90 al 70%. A fine anno, inoltre, si chiuderanno anche tutte le ipotesi di sconto al 110%.
Le prossime modifiche
Con tutta probabilità, con la definizione della prossima manovra, la misura del superbonus voluta dal governo Conte e che ha creato un grosso deficit nei conti italiani, verrà ancora rivista anche in base a quante saranno le risorse disponibili. Una proposta formulata da quattro componenti della commissione finanze della Camera (Alberto Gusmeroli, Alberto Bagnai, Laura Cavandoli e Giulio Centemero della Lega), prevede una percentuale base di sconto al 60% dedicata ai cittadini capienti, che può essere rimodulata fino al 100% con lo sconto in fattura per gli incapienti.
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