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A Napoli aumenta anche la Tari, pressione fiscale alle stelle. Da Manfredi solo labili scuse

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Dal prossimo anno +20% per la tassa dei rifiuti. Manca una visione d’insieme

La pressione fiscale, già al massimo, nei prossimi mesi continuerà a salire per cittadini e proprietari immobiliari partenopei grazie alle ultime decisioni di Palazzo San Giacomo, dove sembra mancare una strategia d’insieme ma si procede solo per aumenti d’imposte. Dopo l’incremento dell’Irpef, della tassa di soggiorno, di quella d’imbarco e della Cosap (la “gabella” per l’occupazione del suolo pubblico, pagata per esempio in caso di lavori edili alla facciata di un edificio), la Giunta comunale ha dato il via libera all’aumento della tassa sui rifiuti. Ma non un aumento contenuto, l’incremento sarà di ben il 20% a partire dalla prima rata del 2024.

Secondo uno studio dell’Unione giovani commercialisti di Napoli, pubblicato da «il Mattino» si parla di un incremento da 80 a 300 euro a seconda del tipo di utenza, della metratura o dal numero di vani. Si profila dunque l’ennesima batosta a carico dei napoletani da parte di un’amministrazione locale che sembra non saper far altro che aumentare la pressione fiscale.

L’assessore Pier Paolo Baretta e il primo cittadino Manfredi hanno provato a spegnere le polemiche spiegando che era un aumento dovuto visto che «è un obbligo di legge perché l’aggiornamento delle tariffe non è stato fatto a partire dal 2019 e sono aumentati i costi di smaltimento» per poi aggiungere che proveranno a non toccare le tasche delle famiglie grazie all’istituzione di un bonus ad hoc che copra l’aumento. Ma le perplessità comunque restano tante.

Il bonus per la Tari non può essere eterno

Un bonus, per definizione, non può essere perenne e se pur riusciranno ad aiutare le famiglie non facendogli pesare sulla prima rata del 2024 l’incremento, cosa succederà per le rate o per gli anni successivi? Il bonus verrà rifinanziato ogni volta? Prima o poi le risorse finiranno e i partenopei saranno costretti a pagare di tasca propria l’incapacità gestionale. Sì, incapacità, perché sulla Tari c’è una fortissima evasione. Secondo «il Mattino» a pagare la tassa sui rifiuti è appena il 38% dei napoletani, meno di un napoletano su 4. E su questo fronte fino a ora si è visto ben poco. Senza combattere la tremenda evasione a pagare saranno sempre e solo gli stessi.

L’atto dovuto (da Manfredi)

Quelli che subiranno immediatamente l’effetto di questa decisione, invece, saranno soprattutto tutte le attività commerciali, i liberi professionisti e tutti quelli che non rientrano nella categoria «utenze domestiche». Per loro non ci saranno bonus. Come se l’economia napoletana vivesse nell’oro. Ma per Manfredi questo incremento «è un atto dovuto». Così come era un atto dovuto la maggiorazione dell’Irpef, della tassa di soggiorno, di quella d’imbarco o della Cosap. Tutti erano atti dovuti. Per il Patto per Napoli stipulato dal sindaco con l’allora governo Draghi che in cambio verserà nelle casse di Napoli (appena) 40 milioni di euro l’anno.

Il dubbio è che tutto ciò il primo cittadino lo sapesse benissimo fin dall’inizio. Non si poteva studiare una strategia diversa e non aumentare tutte le imposte contemporaneamente? Ma tant’è, i napoletani e i piccoli proprietari immobiliari partenopei subiscono la tassazione più alta d’Italia ma, in cambio, hanno i servizi peggiori che ci possano essere.

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