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Superbonus 110%: cessione dei crediti fiscali e stop alla proroga. Chi ne decreterà la morte?

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L’apertura della quarta cessione dei crediti fiscali ai correntisti non «consumatori» è insufficiente

Un nuovo timido tentativo per rimettere in moto la cessione dei crediti fiscali legati al cosiddetto Superbonus 110%. Le banche e le società appartenenti a gruppi bancari potranno «cedere sempre il credito a soggetti non rientranti nella definizione di consumatori o utenti», che «abbiano stipulato un contratto di conto corrente con la stessa banca cedente».

A stabilirlo un emendamento sulla cessione dei crediti da Superbonus depositato dal Governo e votato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera in una lunga maratona notturna tra il 30 e il 1 luglio scorsi. Con questa decisione diventa possibile il passaggio dei crediti dalle banche a tutti i soggetti diversi dai consumatori. Potenzialmente imprese e professionisti potrebbero, a questo punto, diventare destinatari dei cosiddetti sconti fiscali. Questa nuova possibilità che il governo si appresta a varare però non sembra decisiva per sbloccare una situazione ormai incancrenita.

Cessione dei crediti fiscali, la situazione attuale

Al momento è possibile una prima cessione libera, seguite da due cessioni in ambienti controllati (banche, intermediari finanziari e assicurazioni). Come quarta, e ultima cessione, è consentito il passaggio del credito dalle banche, e dai soggetti appartenenti agli istituti bancari, a soggetti professionali privati però correntisti della banca cedente.

Come spiega Andrea Carlo Finotto per ilSole24ore in “Start” il problema principale è la «capienza fiscale degli acquirenti. I crediti acquisiti, infatti, devono essere portati in compensazione. Vanno cioè impiegati per pagare imposte e contributi. Le banche, che sono in fondo alla catena di cessioni, devono avere una quantità tale di tasse da pagare che gli consenta di smaltire questa grande quantità di crediti. Questo il grande nodo del meccanismo». Sono 5,2 miliardi di crediti legati ai bonus edilizi incagliati nei cassetti fiscali. Tutto ciò ha creato una spirale mortale per imprese, lavoratori, proprietari immobiliari che ne avevano fatto richiesta e di conseguenza anche semplici cittadini e affittuari.

L’indagine della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle banche

La Commissione parlamentare d’inchiesta sul sistema bancario e finanziario ha avviato anche un’indagine sulla cessione dei crediti dei bonus edilizi. «A seguito di numerose segnalazioni ed esposti ricevuti, – annuncia una nota – l’Ufficio di Presidenza ha deliberato di inviare alle principali banche significant nazionali un questionario per verificare l’operatività del sistema bancario italiano. L’indagine conoscitiva avviata riguarda i crediti relativi al Superbonus 110% e ad altri bonus oggetto delle normative che si sono susseguite negli ultimi anni».

Le 11 banche significant nazionali (Intesa Sanpaolo, Unicredit, Banco Bpm, Iccrea, Mediobanca, Cassa Centrale Banca, Bper, Monte dei Paschi, Credem, Banca popolare di Sondrio, Banca Carige) più la Cassa depositi e prestiti e le Poste «dovranno fornire entro l’11 luglio dati e informazioni su base trimestrale dei crediti acquisiti, riportando, ad esempio, il numero di richieste ricevute, annullate e erogate nonché i tassi di sconto applicati e le tempistiche registrate», spiega la Presidente della Commissione.

Questo perché la Commissione negli ultimi tempi ha rilevato un significativo peggioramento dei tassi di sconto applicati alla cessione dei crediti e una forte riluttanza da parte degli istituti bancari ad accogliere le pratiche presentate.

Lo stop alla proroga del Superbonus 110%

Cattive notizie, infine, arrivano dall’Esecutivo che ha stabilito che non ci saranno ulteriori proroghe della misura e nuovi stanziamenti (dopo l’esaurimento dei fondi stanziati per il 2022) mettendo così la parola fine su di un provvedimento che poteva essere un volano fantastico per il rilancio dell’Italia ma che in realtà, sta solo mettendo a rischio migliaia di aziende e posti di lavoro. Chi decreterà ufficialmente la morte del Superbonus 110%?

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