Includere gli edifici singoli e villette mono e plurifamliari nel Superbonus 110% è fondamentale. Migliaia di comuni montani non hanno condomini
Continua il dibattito attorno alla proroga del Superbonus 110% e gli incentivi legati alla casa e alla sostenibilità. Il provvedimento – che il premier Draghi ha definito alla lunga insostenibile – sta aiutando la ripresa economica del Paese e per le associazioni di categoria è fondamentale proseguire su questa strada prolungando il provvedimento anche per tutto il 2022, se non addirittura fino al 2025.
Una richiesta assecondata solo in parte dal Governo che ha stabilito la proroga del Superbonus 110% al 2023 escludendo però dal bonus gli edifici singoli e villette mono e plurifamliari. Una decisione però che ha scatenato le proteste di numerosi parti sociali per cui il provvedimento sarebbe completamente sbagliato. Nel frattempo però sta avanzando l’ipotesi di ricomprendere questo tipo di abitazioni nel provvedimento stabilendo un tetto di reddito per potervi accedere. Ipotesi che serve a trovare un equilibrio tra le varie anime del governo che giovedì prossimo è chiamato a discuterne in Consiglio dei ministri.
Superbonus 110%, Schifone: «Significherebbe discriminare una grossa parte di territorio»
«L’estensione del Superbonus 110% anche per villette ed edifici singoli – afferma Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli – non solo è necessario ma è fondamentale. In Italia esistono migliaia di comuni di piccole dimensioni, in collina o in montagna, che sono composti al 90% da edifici di piccole dimensioni, al massimo bifamiliari. Nella sola provincia di Napoli ci sono 30 comuni che non superano i 10mila abitanti e che non hanno di certo condomini. Escluderli da questo provvedimento significherebbe discriminare una grossa parte di territorio e abbandonarli ufficialmente al proprio destino».
«Senza contare – continua – che di solito chi è proprietario di una villetta monofamiliare in contesti municipali piccoli, ha grosse difficoltà economiche per ristrutturare la propria abitazione. Specialmente in un contesto di povertà e degrado come nel Sud Italia dove si assiste ogni giorno allo spopolamento dei piccoli centri in favore delle grandi città e metropoli. Per loro sarebbe un’ulteriore batosta». Per questo Federproprietà Napoli «appoggia con favore la possibilità di includere questo tipo di edifici nella proroga anche se con un tetto al reddito».
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