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Notizie da Federproprietà NapoliLa scomparsa di Massimo Anderson. Il ricordo degli amici

La scomparsa di Massimo Anderson. Il ricordo degli amici

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Luciano Schifone: un instancabile animatore di iniziative

Con la scomparsa di Massimo Anderson esce di scena un leader e instancabile animatore di iniziative, sociali, politiche e culturali. Sempre aperto e generoso verso gli altri, il suo impegno lo portò ai vertici nazionali di Arpe e Federproprietà, le associazioni di tutela degli interessi dei proprietari e volte alla difesa del bene casa come patrimonio materiale e anche valoriale della cultura nazionale. Fino agli ultimi giorni ha continuato a dare impulso e direttive all’organizzazione e alla Rivista ‘La Proprietà edilizia’ che curava con dedizione e meticolosità. Lascia nel mondo dell’associazionismo un grande vuoto.

Francesco Granato: lo sguardo al futuro

Ci ha lasciato senza parole, sue e nostre, il Presidente Massimo Anderson, dopo avere affrontato, con l’ottimismo che lo caratterizzava, un’indecifrabile malattia che ne aveva compromesso il fisico lasciandone intatto lo spirito. Mille battaglie combattute e vinte sul fronte della sua Politica e della nostra Organizzazione, alla quale ha destinato senza risparmio ogni sapere e potere, forte di una capacità innata di leggere fra le righe, di guidare gli eventi, di tracciare percorsi nuovi, di preoccuparsi dell’avvenire.

Con Anderson, Federproprietà ha allargato la propria mission estendendola all’ecologia, ai temi scomodi della sostenibilità dei sistemi urbani, promuovendo l’idea e la realtà della casa sempre più come componente essenziale dell’ambiente e della società stessa, motore di sviluppo e di lavoro, ormai emacipata dalla rappresentazione tradizionale, falsa e riduttiva, incentrata sul binomio proprietario-inquilino.

Non solo affitto, quindi, ma protezione fiscale, misure agevolative sugli interventi, politiche abitative per la sicurezza, certezza normativa, sostenibilità ecologica e sociale del “sistema casa”, sono stati gli obiettivi traguardati da una presidenza – quella dello scomparso On. Massimo Anderson – vissuta, non esercitata, con un sapiente ed estroverso equilibrio tra responsabilità del ruolo e prospettive del compito: sempre con ragionata attenzione alle opinioni degli altri.

Un approccio illuminato da un sorriso accogliente, impossibile da dimenticare, che rimane stampato nel cuore di chi ha avuto l’occasione e l’onore di collaborare con il più giovane protagonista della vecchia, ma formidabile e fondamentale, Italia. E che, nonostante l’età, continuava a vedere nel futuro, piuttosto che i problemi, le giuste opportunità; le stesse e le tante che ci lascia il compito di gestire. Insieme

Paolo Clemente: lettera all’amico Presidente

Caro Massimo, non avrei mai immaginato di scrivere queste note. Mi precedi nettamente in età, lo so, ma la tua lucidità, la tua energia e il tuo entusiasmo Ti facevano apparire, nel mio immaginario, invulnerabile, forse immortale. Oggi appare ovvio che non potesse essere sempre così. Ci siamo conosciuti una decina di anni fa, quando abbiamo iniziato a collaborare, insieme ad altri partner, alla stesura di un disegno di legge per l’introduzione dell’assicurazione obbligatoria degli edifici a fronte di catastrofi naturali.

Il tuo impegno e le tue capacità ci consentirono di condurre in porto l’impresa: il disegno di legge fu presentato una prima volta al Senato della Repubblica nella XVI legislatura (DDL. n. 3631), nel dicembre 2012, e fu riproposto nella XVII legislatura (DDL. n. 881) nel giugno 2013. In tempi recenti avevamo ripreso l’iniziativa, grazie anche all’interesse di altre istituzioni.

Sin dai primi incontri sono stato colpito dal tuo rigore e dalla tua coerenza, che mi ricordavano rigore e coerenza di mio padre. Le ore trascorse insieme, a parlare di temi di varia natura mi hanno arricchito tantissimo: sapevi di tutto, mostravi un’esperienza vastissima, per me infinita.La tua capacità di arrivare sempre in anticipo al cuore dei problemi era evidente.

Hai sempre avuto nei miei confronti un certo riguardo, una certa benevolenza, una certa stima: una volta mi dicesti che mi consideravi tra le persone veramente serie che avevi conosciuto nella Tua vita. Porterò sempre con me il ricordo di quelle parole, che mi sembra di risentire anche ora mentre scrivo e mi fanno ancora commuovere.

Io ho cercato di ricambiare rispondendo “quasi” sempre alle Tue richieste di contribuire alle iniziative della Federproprietà, soprattutto partecipando ai convegni e scrivendo per la rivista. Ti divertivi alla lettura dei miei articoli che definivi “pungenti”, tanto da rimproverarmi amichevolmente quando non lo erano abbastanza. Ci hai lasciato troppo presto.

Avevi ancora tanto da insegnare, da tramandare e avevamo bisogno del Tuo contributo e dei Tuoi consigli. Nel mio futuro potrò avere come guida il ricordo delle tantissime chiacchierate di cui mi hai onorato e i Tuoi scritti che rileggerò con attenzione, partendo dai più recenti. Ciao Massimo, grazie, grazie, grazie!

Maurizio Gasparri: costanti e proficue occasioni di confronto

Maurizio Gasparri ha così ricordato Massimo Anderson: «Impegnato da molto tempo nella tutela della proprietà immobiliare con le Associazioni Arpe e Federproprietà è stato fino all’ultimo animatore di riviste, di pubblicazioni che non hanno mai trascurato il campo dei valori politici e morali per i quali si è a lungo battuto» Gasparri ha richiamato ancora «le sue puntuali sollecitazioni al Parlamento e i convegni su cui si proponeva sempre l’obiettivo di difendere diritti fondamentali. Lo ricordo con rimpianto perché dopo un lungo e ampio dibattito politico avevamo trovato costanti e proficue occasioni di confronto».

Roberto Rosseti: ciao Massimo

Nel corso della cerimonia religiosa alla Chiesa dei Santi Fabiano e Venanzio, in piazza di villa Fiorelli in Roma, il giornalista e vicedirettore del Tg1 Roberto Rosseti e collaboratore della Rivista “La Proprietà Edilizia” ha ricordato la figura di Massimo Anderson, amico dai tempi delle Associazioni giovanili. Eccone una sintesi.

«Addio Massimo, quello che sembrava non potesse o meglio non dovesse accadere è accaduto. Ci hai lasciato. Ricordo le battaglie di gioventù: le prime proposte per il voto ai 18 anni, l’abolizione della leva militare obbligatoria, l’elezione degli studenti e dei genitori nella gestione degli Istituti scolastici. Siamo cresciuti passo, passo. Le nostre strade si sono divise alla fine degli anni Settanta. Non ci siamo più rivisti per tanti lunghi anni. Ci avevano divisi il lavoro, la famiglia.

Eppure, quando mi hai chiamato per iniziare l’esperienza alla Rivista “La Proprietà Edilizia”, di cui eri il direttore editoriale, era come se ci fossimo la-sciati il giorno prima in una delle tante riunioni fatte insieme ed invece ero in un posto nuovo per me a via San Nicola da Tolentino dove tu eri alla Presidenza dell’Arpe e di Federproprietà, le due associazioni, a livello romano e nazionale, che si occupano dei pro-blemi legati alla proprietà edilizia.

Ho trovato lo stesso uomo di sempre, con la stessa capacità di restare per ore e ore al suo posto di lavoro, la stessa volontà e la stessa passione.Grazie Massimo, perché se noi siamo qui in questa Chiesa romana, dei Santi Fabiano e Venanzio, di nuovo tutti insieme è per te».

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