Incentivare affitti lunghi. «Moral suasion» e multe non bastano per regolarizzare il sommerso
A Napoli e provincia, il forte incremento del turismo ha portato al moltiplicarsi delle case vacanze, dei B&B e degli affitti brevi. Tuttavia, a questa impennata di posti letto, messi a disposizione da tantissimi piccoli proprietari immobiliari, non è corrisposta un altrettanto rapida azione da parte delle istituzioni locali con normative serie e procedure precise. Tutto ciò ha comportato un alto numero di attività extralberghiere che «navigano» nella cosiddetta «zona grigia».
Solo a Napoli, riferisce un articolo de «Il Mattino», ci sarebbero 12.000 alloggi offerti online. Ben 1.500, riferisce l’Abbac, sarebbero totalmente abusive. Numeri destinati a crescere se si considerano le richieste arrivate al Comune di Napoli per autorizzazioni ai fitti brevi: tali richieste sono circa 4.000, quindi resta una zona d’ombra per le altre 8.000. Delle 4.000 richieste di autorizzazioni per affitti brevi, fino a ora, sono state espletate 2.576 pratiche e per queste sono state rilasciate 677 autorizzazioni di Cusr, mentre le altre non avevano i requisiti necessari.
La moda del momento
Ma come si è arrivati a tutto ciò? Da ogni parte sembra ormai diventata una moda chiedere strette e controlli. Essi, seppur doverosi e necessari, però non possono e non sono sufficienti ad arginare un fenomeno che vede coinvolti tantissimi piccoli proprietari immobiliari che molte volte utilizzano il loro appartamento ereditato, o magari acquistato con i risparmi di una vita, per racimolare un introito extra e non certo per fare concorrenza ai giganti del settore alberghiero, nazionale e non solo. Anche a fronte dei bassi guadagni con gli affitti di lunga durata, che, rapportati al caro vita, rendono quasi nulli i vantaggi di questo tipo di locazione.
Da Palazzo San Giacomo, gli assessori Armato e De Iesu hanno fatto sapere di aver messo in campo una «moral suasion» per ricordare a tutti le norme da rispettare e una serie di controlli (per la verità, pochi fino a ora) per far emergere il sommerso. Ma tutto ciò, da solo, non basta a fronte di un «overtourism» che sta avvolgendo sempre più Napoli e alla carenza di alloggi per i residenti. «Serve un piano complessivo che affronti, anche e soprattutto tramite azioni incentivanti, il problema in modo organico», afferma Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.
Una strategia a lungo termine
«Si potrebbe intervenire sulla tassazione locale (per esempio sull’Imu) e rendere più convenienti gli affitti di lunga durata e ridurre così la carenza di alloggi. Per eliminare il sommerso in B&B e case vacanze, si dovrebbe cominciare ad alleggerire e semplificare l’iter burocratico e promuovere un sistema incentivante che spinga i piccoli proprietari immobiliari a rispettare le regole. Questi ultimi, infatti, non sono pericolosi fuorilegge, ma cittadini con cui il Comune deve imparare a dialogare. Oltre al bastone, ogni tanto occorre anche la carota. A fronte di un aumento costante e continuo della tassazione, infatti, si otterrà solo altro sommerso», afferma Luciano Schifone.