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Affitti brevi, novità in arrivo. Dal Governo nuove norme contro il far west

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Ecco il codice identificativo nazionale per combattere l’evasione

Cambiamenti nel regime fiscale, per gli affitti brevi, nella Manovra che in questi giorni approderà in Aula al Parlamento. Secondo quanto si è appreso ci sarà aumento della cedolare secca e della ritenuta d’acconto per i canoni di locazione, che passeranno dal 21% al 26% dalla seconda casa messa in affitto fino a 30 giorni. L’aliquota resta al 21% per la prima. Inoltre arriverà il codice identificativo nazionale, per tracciare i proprietari che affittano case e combattere l’evasione. Il Ministero del Turismo è impegnato da diversi mesi nella discussione di un provvedimento, del quale sono state diffuse versioni preliminari.

La ministra del dicastero, Daniela Santanchè, ha assicurato che saranno adottate misure prossimamente. «Sugli Affitti brevi c’è un Far West. Vedrete che a breve, assieme e coordinandoci con i sindaci delle città metropolitane e con tutti gli assessori del turismo, arriveremo a una definizione. È un settore che ha bisogno di regolamentazione tenendo presente che per noi la proprietà privata è sacra, e quindi non criminalizzeremo, ma regoleremo».

«Sulla regolamentazione stiamo lavorando da molti mesi, credo che presto ci saranno delle norme che regolamentano questo settore – conferma Santanchè -. Lo sappiamo che nei piccoli borghi gli alberghi non ci sono e abbiamo bisogno che ci siano degli alberghi diffusi, gli affitta camere e gli affitti brevi, però tutto con buonsenso senza favori ideologici. Il buonsenso deve governare un settore che ha bisogno di regolamentazione». C’è da segnalare però che il ministro Giorgetti invita alla cautela: «In questi giorni ho letto una miriade di commenti rispetto a delle bozze più o meno autorizzate, discuteremo delle proposte del governo quando verranno codificate ufficialmente».

Il Consiglio di Stato: portali di prenotazione riscuotano la cedolare secca sugli affitti brevi

Intanto il Consiglio di Stato ha recepito le indicazioni della Corte di Giustizia dell’Unione Europea e ribadisce che i portali di prenotazione devono riscuotere e versare allo Stato la cedolare secca sugli affitti brevi. «Airbnb – reagisce la piattaforma in una nota – ha sempre inteso collaborare con le autorità in materia fiscale e supporta il corretto pagamento delle imposte degli host applicando la normativa europea di riferimento sulla rendicontazione. Stiamo analizzando la sentenza e valutando le iniziative più opportune».

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