spot_img
spot_img
Notizie da Federproprietà NapoliDopo il via libera alla delega fiscale, cedolare secca per affitti non...

Dopo il via libera alla delega fiscale, cedolare secca per affitti non abitativi più vicina

spot_imgspot_imgspot_imgspot_img
spot_img
spot_img

Schifone: una misura necessaria per ridare un po’ di fiato al mercato

Nella legge delega che dà il via libera alla riforma del fisco, approvata a inizio agosto dalla Camera ci sono importanti novità anche per quanto riguarda la proprietà immobiliare. È previsto, infatti, che la cedolare secca venga estesa agli immobili adibiti ad uso diverso da quello abitativo, purché il conduttore sia un esercente, una attività d’impresa, o di arti e professioni. «Federproprietà ha ripetuto più volte l’esigenza di estendere la cedolare secca agli affitti commerciali. Una misura necessaria per ridare un po’ di fiato al mercato immobiliare e ai proprietari vessati da una tassazione troppo elevata» afferma Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.

Cedolare secca, come funziona

La cedolare secca è un regime che consente di tassare i redditi derivanti dalle locazioni, fino a ora a esclusiva finalità abitativa, con l’applicazione di un’imposta sostitutiva dell’Irpef, dell’imposta di registro (anche sulle risoluzioni, sulle proroghe e sulle fideiussioni prestate al conduttore), dell’imposta di bollo (anche sulle risoluzioni, sulle proroghe e sulle fideiussioni prestate al conduttore, ma non sulle ricevute di pagamento dei canoni).

Per quanto riguarda i contratti abitativi sono previste due aliquote: 21% per i contratti “liberi” e 10% per i contratti “a canone concordato” (c.d. 3 + 2), per i contratti per studenti universitari e per i contratti transitori nei Comuni di Bari, Bologna, Catania, Firenze, Genova, Milano, Napoli, Palermo, Roma, Torino e Venezia, nonché nei Comuni confinanti con gli stessi; negli altri Comuni capoluogo di provincia; nei Comuni ad alta tensione abitativa individuati dal Cipe; nei Comuni di cui all’art. 1, comma 1, d. l. n. 189/2016, convertito dalla l. n. 229/2016 (riguardante gli eventi sismici che hanno colpito nel 2016 i territori delle Regioni Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria) in cui sia stata individuata da un’ordinanza sindacale una “zona rossa”; nei Comuni in cui sia stato deliberato, negli ultimi 5 anni precedenti il 28.5.2014, lo stato di emergenza per gli eventi calamitosi ex art. 2, comma 1, lett. c), l. n. 225/1992.

Il ddl e l’attuazione

Oltre alla cedolare secca per gli affitti non abitativi il ddl contiene 22 articoli, distribuiti in cinque titoli e definisce la cornice con i principi e i criteri per la revisione del sistema tributario, che il governo dovrà tradurre, entro i prossimi 24 mesi, in norme. Adesso, infatti, serviranno i decreti attuativi: a questo scopo verrebbe istituito un comitato tecnico sulla falsariga del Modello Visentini, lo schema adottato negli anni 70 dall’allora ministro che si avvalse di tecnici di alto livello per redigere i testi.

Il governo punta ad approvarli a settembre per permettere che almeno una parte della riforma, global minimum tax, semplificazioni e correzioni del contenzioso tributario, entrino in vigore dal primo gennaio 2024. Per la parte sui tributi e taglio delle tasse bisognerà invece fare i ‘conti’ nella Nadef. Considerando la volontà del Mef di non mettere mano al deficit, anche perché le misure hanno bisogno coperture strutturali e quindi risparmi equivalenti, si preannuncia un settembre impegnativo per il governo, perché accanto alla delega fiscale bisogna anche trovare le risorse per la Legge di Bilancio.

Potrebbe interessarti anche:

Altre notizie