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Dl Fisco, Schifone: «Bene cedolare per affitti non abitativi, applicarla anche a contratti esistenti»

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Un provvedimento che agevolerebbe proprietario e affittuario

La pressione fiscale in Italia negli ultimi anni è aumentata sempre più, mettendo a dura prova i cittadini. È arrivato dunque il momento di iniziare a rivedere il sistema tasse. La giusta direzione sembra essere stata intrapresa dalla bozza di legge delega di riforma fiscale approntata dal viceministro Leo e che tra poco sarà sul tavolo del Consiglio dei ministri. Nel documento si evince l’estensione del regime della cedolare secca anche agli immobili per uso non abitativo. Una misura chiesta a gran voce, più volte, anche ai governi precedenti ma che hanno fatto sempre «orecchie da mercante».

«Estendere questa possibilità agli affitti commerciali rappresenterebbe una buona occasione per rilanciare un settore in crisi, come quello del commercio, e dare contemporaneamente un po’ di respiro ai piccoli proprietari immobiliari che trarrebbero giovamento dalla riduzione delle imposte» afferma Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.

«La misura – aggiunge – però dovrebbe comprendere anche la possibilità di poter applicare il regime fiscale agevolato anche ai contratti già in essere se si aderisce a un accordo territoriale che riveda i canoni di locazione. In questo modo ci sarebbero agevolazioni non solo per il proprietario, ma un vantaggio anche per il commerciante che ha affittato quell’immobile».

Immobili che non producono reddito: via l’Imu

Bisognerebbe inoltre, sempre nell’ambito della delega fiscale, rivedere anche altri aspetti come la tassazione Imu sugli immobili che non producono reddito. Sulla scia di quanto fatto per gli immobili occupati abusivamente con l’esenzione dal pagamento dell’Imu, i piccoli proprietari immobiliari dovrebbero essere sottratti da quest’onere, che rappresenta essenzialmente una batosta inaccettabile.

«Sono tante le aree degradate, purtroppo, nelle città italiane, con milioni di case e immobili in genere che sono in disuso. Potrebbe essere una soluzione legarla alla riqualificazione. Il governo potrebbe dare la possibilità al proprietario di non pagare la tassa per uno o più anni se in cambio decidesse di ristrutturare l’edificio fatiscente» propone Schifone.

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