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Direttiva «casa green», dai combustibili fossili agli impianti solari: le tappe degli obblighi

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La lotta ideologica che ci costerà una batosta da 1.400 miliardi

Non solo riqualificazione totale degli immobili residenziali e non. La direttiva Epbd (Energy performance building directive), la cosiddetta «Casa green», dell’Unione europea tocca diversi aspetti della vita quotidiana nel nome della «lotta» all’anidride carbonica. Il provvedimento (ancora all’esame) contiene anche indicazioni che riguardano impianti solari, sostituzioni di caldaie e tanti altri aspetti con obblighi che inizieranno all’indomani del definitivo via libera fino ad arrivare al 2040.

Casa green e caldaie alimentate a combustibili fossili

Nonostante l’iter sia molto lungo, il primo obiettivo della direttiva «casa green» è già fissato per il 2024: il divieto di agevolazioni per l’installazione di caldaie alimentate a combustibili fossili. «Il principio – si legge in un articolo di Giuseppe Latour per “il Sole 24 ore” -, è che sia per i nuovi edifici che per quelli esistenti in fase di ristrutturazione, a partire dal recepimento della direttiva scatterà il divieto di utilizzare sistemi di riscaldamento a combustibili fossili. Soprattutto, le caldaie a gas». Per gli immobili già esistenti e non in fase di ristrutturazione invece, tutto si giocherà tra il 2027 e il 2033. In quel lasso di tempo, infatti, potrebbero scattare gli obblighi, sia per il residenziale che non, che prevedono una classe minima D per tutti. Per quanto riguarda gli edifici nuovi dal 2026 l’obbligo dovrebbe scattare per quelli occupati, gestiti o di proprietà di enti pubblici.

Energia solare, ma conviene davvero?

Gli euroburocrati (e ideologisti ambientali) hanno deciso di non fermarsi qui. Hanno deciso di puntare decisamente sull’energia solare, e poco importa se a oggi la reddività energetica è ancora bassa a fronte di un elevato costo d’installazione. Ma fatto sta che gli impianti, dal recepimento della direttiva, diventeranno obbligatori in tutti nuovi edifici, fatto salvo quelli dove l’installazione non sia tecnicamente fattibile. Entro il 31 dicembre 2026, invece, l’obbligo d’installazione piomberà su tutti gli immobili pubblici e non residenziali già esistenti. Dal 31 dicembre 2032, infine, scatterà l’obbligo per tutti gli edifici sottoposti a ristrutturazioni.

L’inquinamento non è solo anidride carbonica

Questi sono solo alcuni degli aspetti della direttiva Energy performance building directive che sull’Italia si abbatterà come un macigno con una stima di spesa che va nell’ordine dei 1.400 miliardi per risparmiare lo 0,1% di CO2. Risparmio di anidride carbonica che non significherà automaticamente lotta all’inquinamento. Quest’ultimo aspetto, infatti, comprende anche tanti altri fattori molto più ampi. A pagare dazio, però, non possono essere solo i proprietari immobiliare. Di fianco al «casa green» bisognerà, obbligatoriamente, prevedere un sistema di aiuti che permetta a chi non può, di «scavalcare il fosso». Altrimenti diventerà un massacro per tanti.

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