Schifone: «L’innalzamento dell’imposizione fiscale sugli immobili sarà una vera e propria stangata»
La Commissione europea ha raccomandato di abbassare l’imposizione fiscale sui redditi da lavoro. Un intendimento lodevole se non fosse per il piccolo particolare che questo provvedimento dovrebbe essere finanziato aumentando la tassazione sugli immobili. Il conto è presto fatto. L’Italia ha la sua ricchezza proprio nelle unità immobiliari e tantissimi posseggono almeno la propria abitazione.
Una mossa che si rivelerà dannosa per la quasi totalità della popolazione italiana. Il governo Draghi però preferisce ancora ascoltare i tecnocrati di Bruxelles e non i cittadini che (non) lo hanno votato. Di conseguenza ha deciso di procedere alla riforma del catasto, come deciso oltre confine. Il che si trasformerà in un’autentica stangata.
La prima casa nel mirino
Ma il peggio, è che la riforma colpirà anche la prima casa fino a ora esentata dal pagamento dell’Imu. Perché tutto ciò? Nel nostro Paese l’Imposta municipale unica non viene pagata sulle prime case se non si tratta di un’abitazione di lusso. Ma l’innalzamento dei valori catastali farà sì che tantissime abitazioni subiranno un notevole incremento del valore finendo per essere considerate immobili di lusso. Con l’attuale schema vengono comprese in questa categoria solo gli immobili accatastate come A/l, A/8 e A/9. Platea destinata ad ampliarsi notevolmente con la revisione degli estimi.
Le ricadute sull’Isee
Le famiglie più in difficoltà, oggi, usufruiscono anche di agevolazioni e sconti su bollette, rette, tasse, mense (e altro) grazie all’indicatore Isee, nel cui calcolo viene compreso anche il patrimonio immobiliare e mobiliare. Grazie alla revisione questo valore vedrà una vera e propria impennata che comporterà la cancellazione di queste agevolazioni e l’uscita dalla protezione sociale. Infine la scelta di rivedere gli estimi catastali avrà notevoli ripercussioni sul mercato immobiliare. Per i tributi sulle compravendite, soprattutto per l’imposta di registro, vengono considerati anche i dati catastali. Aumentandoli s’incrementerannno notevolmente anche le imposte da pagare al momento dell’acquisto.
La cedolare secca sugli affitti
Ma il governo ha deciso di non limitarsi al catasto ma prova a colpire i proprietari immobiliari, e anche gli affittuari, a 360°. È ancora in piedi, infatti, l’ipotesi emersa a fine marzo di un incremento della cedolare secca sugli affitti. Un aumento concordato tra partiti di maggioranza (esclusi Lega e Forza Italia) ed Esecutivo che prevede di aumentare l’aliquota, ora al 21%, fino al 23%.
Questi provvedimenti (revisione del catasto e aumento della cedolare secca) sono inclusi nella Delega Fiscale che già da giorni doveva essere calendarizzato per il dibattito in Aula. La maggioranza però è spaccata e avanza sempre più l’idea di apporre la fiducia sul provvedimento per costringere anche Lega e Forza Italia a votare a favore. Cosa faranno a quel punto carroccio e berlusconiani? Speriamo mantengano la parola. Nettamente contraria a tutti questi provvedimenti Fratelli d’Italia.
Schifone: «L’Italia ha bisogno di ripartire di slancio sia sui mercati immobiliari che quello del lavoro»
«Abbassare la tassazione sul lavoro è un provvedimento giusto, ma innalzare l’imposizione fiscale sugli immobili sarà una vera e propria stangata. Difficilmente il risparmio sul reddito da lavoro compenserà la maggior tassazione sulla casa, che tra l’altro viene pagata proprio dai lavoratori» commenta Luciano Schifone, presidente di Federproprietà Napoli.
«L’Italia ha bisogno di ripartire di slancio sia sui mercati immobiliari che quello del lavoro. È obbligatorio abbassare la quota trattenuta dallo Stato in busta paga ma è ancora più obbligatorio trovare altre fonti di finanziamento perché a pagare sono sempre gli stessi. Non si possono sempre fare provvedimenti farlocchi che, spacciandosi per rivoluzionari e in favore del popolo, tramortiscono tutti», conclude.
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