La seconda proroga del blocco dei pignoramenti dell’abitazione principale del debitore è illegittima. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale secondo qui si tratta di una norma sproporzionata e che non consente procedure differenziate.
Una sentenza che potrebbe fare da apripista allo sblocco degli sfratti previsto dalla norma inserita nel decreto Milleproroghe a fine 2020. I giudici sottolineano che, con la sospensione delle esecuzioni, si verifica una sproporzione tra la tutela del creditore e quella del debitore.
Secondo quanto riportato da ‘l’inkiesta’ quindi, ai creditori sarebbe stato chiesto un sacrificio eccessivo. La normativa non individusa criteri selettivi, non ci sono verifiche consentano di accertare effettivamente la situazione reddituale dei debitori e le disponibilità finaziare. Per continuare a non saldare i conti senza vedersi pignorato un immobile, è genericamente sufficiente che si tratti della prima casa.
Per i giudici la sospensione delle procedure esecutive deve costituire un evento eccezionale» e ci deve essere un «ragionevole bilanciamento tra i valori costituzionali in conflitto». Da un lato, è lecita la tutela del diritto all’abitazione, ma la sospensione delle procedure esecutive, secondo la Consulta, può essere contemplata solo in caso di «circostanze eccezionali e per un periodo limitato»
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